domenica 6 marzo 2011

Film: Il Labirinto del Fauno



"Il Labirinto del Fauno" è uno dei migliori film del regista messicano Guillermo del Toro del quale oltre che la direzione ha curato pure la sceneggiatura; con questo film mette fine alla trilogia informale di film fantastici ambientati durante la guerra civile e il dopoguerra spagnolo aggiudicandosi nel 2007 tre Premi Oscar: miglior fotografia (Guillermo Navarro), miglior scenografia (Eugenio Caballero e Pilar Revuelta) e miglior trucco (David Martí e Montse Ribé).
La pellicola, ambientata nella Spagna franchista del 1944, inizia con questo monologo fiabesco: "Tanto tempo fa, nel regno sotterraneo. Dove la bugia, il dolore, non hanno significato, viveva una principessa che sognava il mondo degli umani. Sognava il cielo azzurro, la brezza lieve e la lucentezza del sole. Un giorno, traendo in inganno i suoi guardiani, fuggì. Ma appena fuori, i raggi del sole la accecarono, cancellando così la sua memoria. La principessa dimenticò chi fosse e da dove provenisse. Il suo corpo patì il freddo, la malattia, il dolore, e dopo qualche anno morì. Nonostante tutto, il Re fu certo che l’anima della principessa avrebbe, un giorno, fatto ritorno, magari in un altro corpo, in un altro luogo, in un altro tempo. L’avrebbe aspettata, fino al suo ultimo respiro. Fino a che il mondo non avesse smesso di girare."


Prima di continuare a leggere suggerisco a chi non avesse ancora visto il film di non continuare, così da non rovinarsi il gusto della visione.

Interpretazione esoterica del film

Oltre che alla profonda descrizione del difficile periodo fascista spagnolo, il film contiene moltissimi simboli occulti, alchemici ed archetipali che parlano di un' altra storia: dell' illuminazione esoterica del protagonista (Ofelia) attraverso varie prove e il rituale di iniziazione.
Come molte fiabe, anche questo film può essere interpretato come una storia allegorica da decodificare in diversi modi. Lo stesso regista definisce il film una "parabola" e che i numerosi accostamenti all' occultismo ne tracciano il senso, quindi non ci resta che analizzarlo in questa via per ricavarne una lettura più profonda.
Come analizza il libro "Psycho-Critical Analysis of “Pan’s Labyrinth”: Myth, Psychology, Perceptual Realism, Eyes & Traumatic Despondency", uno dei probabili motivi del successo del film presso gli spettatori, è la presenza di miti archetipali tipici, classici delle teorie di Jung, che risuonano in profondità nell' inconscio collettivo: nella pellicola troviamo elementi come il re del male, l'eroina in pericolo, universi paralleli, creature chimeriche e la tradizionale battaglia tra bene e male; questi sono tutti temi universali, modelli e tipologie di personaggi che vediamo ripetersi nelle fiabe classiche più e più volte, recando il principio che quando le risorse umane non sono disponibili, le risorse archetipali si presenteranno. Così come accade alla nostra principessa protagonista, Ofelia: una bambina spogliata della sua umanità, schiacciata dalla triste realtà del franchismo, costretta ad attingere ai miti degli archetipi dell' immaginario collettivo.
Quando Ofelia scopre il labirinto, fa conoscenza con un fauno che le svela essere una principessa di un altro regno; le promette che potrebbe tornare nel suo reame e ricongiungersi con il vero padre, in cambio di compiere dei compiti per lui. Nel tentativo di completare questi compiti, Ofelia è costretta ad affrontare la realtà della mortalità, l' assurdità della guerra e il significato del sacrificio di sé.
Il racconto ruota intorno all' opposizione tra la natura aspra e opprimente del mondo reale con il mondo magico e a volte inquietante delle fate della bambina. Il fauno (divinità dei boschi, occultamente legata al culto di Dioniso) è una bestia cornuta che guida Ofelia attraverso il suo processo di iniziazione e le mostra la strada per discostarsi dalla assurdità del mondo materiale per rientrare nella gloria del piano spirituale, dove vivono esseri illuminati.


"Aver occhi per vedere".


All' inizio del film, Ofelia è quasi istintivamente portata ad un misterioso monumento raffigurante il fauno con un occhio mancante. Trovato l' occhio mancante lo rimette nella sua posizione e un insetto magico/fata appare all'improvviso: la magica ricerca di Ofelia può iniziare. C'è una grande
importanza attribuita agli occhi e alla vista nel film e questa scena racconta agli spettatori, fin dall' inizio, che la ricerca di Ofelia è occulta in natura perchè molti non hanno "occhi per vedere" il mondo invisibile che si appresta a vivere.
Avendo accennato alla vista, il film ha ben molto da dire in proposito: Guillermo Del Toro sembra quasi presupporre che lo spettatore abbia bisogno di un terzo occhio "Zen" per catturare la vera quintessenza sepolta in profondità all' interno dei margini archetipali del film; come Derrida aveva postulato, i significati più importanti non sono nel testo ma "a margine" o sotto di esso.
Quando Ofelia ripone l'occhio della statua al suo posto, inizia a vedere le cose visibili e invisibili, reali ed irreali, in forte contrasto con il cattivo fascista, il capitano Vidal, uno che punta agli occhi degli altri e non crede in ciò che non può essere visto. 


Due antiche raffigurazioni dell' “occhio”.


L'importanza dell'occhio è della massima importanza nel simbolismo occulto e può esser fatto risalire all'antico Egitto con il mito dell'occhio di Horus: l'occhio destro è associato alla percezione di informazioni concrete e fattuali (lato maschile del cervello, il lobo sinistro amministrato dallo Spirito), l'occhio sinistro di Horus percepisce il mistico, lo spirituale e l' intuizione (il lato femminile del cervello, quello destro, retto dall' Anima). Ponendo di nuovo l'occhio al suo posto, Ofelia ristabilisce l'equilibrio necessario per imbarcarsi nella sua trasformazione.

Il padre dittatore e il Complesso di Crono
Crandall, nel suo "The Cronus Complex" spiega come questo non sia solo una tendenza omicida, dato che Crono non solo si è sbarazzato della sua prole, ma tramite un processo decostrttivo ostacola la capacità dei figli di esistere separatamente e autonomamente dal genitore; consumando il suo bambino, Crono lo annienta rendendolo parte di sé. Secondo Bolen, fin dai tempi antichi, il Complesso di Crono è una tendenza maschile attraverso la quale le culture orientali hanno mantenuto il potere, il chè è evidente in sistemi come il fascismo, una delle mutazioni più radicali del patriarcato.Nel film, una volta arrivata al rifugio di guerra, Ofelia si incontra con il suo nuovo patrigno: il crudele e sadico capitano Vidal. Il personaggio è una rappresentazione del fascismo spagnolo e, a livello filosofico, del mondo materiale oppressivo in cui la maggior parte delle persone rimane senza metterlo in discussione, questa fenomenologia è conosciuta appunto come il "Complesso di Crono".


Il famoso quadro di Goya .


Crono è la figura della mitologica greca che rappresenta il tempo, la morte e la raccolta, anche conosciuto come "padre del tempo": nella pellicola il Capitano Vidal è spesso mostrato mentre cura il suo prezioso orologio, il tempo è la limitazione più schiacciante del mondo materiale. Ofelia, e tutti intorno a lei, è  terrorizzata dal capitano Vidal ma, al fine di completare la sua iniziazione, dovrà emancipare se stessa da questa figura paterna opprimente e soprattutto, entrare in contatto con il suo lato femminile oppresso e magico. Ripristinare l'equilibrio della dualità è un passo necessario nella trasformazione alchemica.


Il fauno
Disgustata dalla sua nuova vita, Ofelia è guidata da una fata in un labirinto nascosto dove esce dall'ombra un fauno. Quando lei gli chiede "Chi sei?", lui risponde "Sono stato chiamato con così tanti nomi che solo il vento e gli alberi lo possono pronunciare. Io sono la montagna, il bosco, la terra... Io sono un fauno "Poi continua:" Era la luna che ti ha portato. E il tuo vero padre rimane in attesa del ritorno, ma in primo luogo, dobbiamo essere sicuri che non sei diventata "mortale"": cioè che Ofelia non abbia perso la sua parte animica, dove risiede il mondo delle idee.


Pan è una divinità adulatoria e spesso ha un secondo fine.


Nella mitologia antica, fauni, satiri e il dio greco Pan erano in qualche modo la stessa cosa, sia nella morfologia (gambe e corna di una capra) che nel loro significato divinatorio: un' incarnazione dell' energia della Natura, senza dubbio una divinità fallica, che rappresenta il potere dell' impregnazione del sole. Il fauno diventa una sorta di guida spirituale per Ofelia, che l' aiuterà ad attraversare la realtà del labirinto figurativo che deve passare. L' aspetto mostruoso del fauno e il fatto di scendere a patti con un' altra entità per ricollegarsi ad una parte "perduta" di noi, può portare a pensare al fauno come ad un "cattivo", anche se è l'unico essere nella vita di Ofelia che capisce il suo desiderio di "diventare più" e l' aiuterà per raggiungere il suo pieno potenziale. Il "cattivo" del film è sicuramente il crudele patrigno ma come ci insegnano gli studi recenti del prof. Corrado Malanga, l' uomo dovrebbe ben vedersi da "entità" interessate al nostro conseguimento spirituale, in quanto lapresa di coscienza è un processo che va acquisito individualmente e che se anche non lo vogliamo fare un patto col diavolo, lui ci prova, e sempre quando siamo più deboli.

Il labirinto


 
"Labirinti e dedali sono tra i luoghi di iniziazione preferiti di molti culti antichi. Resti di questi labirinti mistici sono stati trovati tra gli indiani d'America, gli indù, i persiani, egiziani e greci ", Manly P. Hall, Insegnamenti segreti di tutte le Età.
  

Trovati in molti riti di iniziazione di diversi culti, i labirinti erano simbolo dei coinvolgimenti e le illusioni del mondo sotterraneo attraverso il quale si aggira l'anima dell'uomo nella sua ricerca della verità. Il labirinto del fauno è soprattutto una immagine di come Ofelia deve evitare le insidie e i vicoli ciechi del mondo materiale, al fine di ricongiungersi con il suo vero padre.

La prima prova: Trovare il Femminino Sacro
La prima prova proposta dal Fauno ad Ofelia è quella di recuperare una chiave da un rospo gigante che sta succhiando la vita di un antico albero di fico. Qui inizia la prova del "ritorno al grembo materno" per poter riaccendere il femminino oppresso. L'interno della struttura infatti è umidiccia e bagnata, a simboleggiare ancora una volta il grembo datore della vita. Se non bastasse, è facile riconoscere nell' immagine dell'albero un utero.


Ofelia in questa immagine porta una versione scura dello stesso vestito di Alice nel Paese delle Meraviglie, è comunque marcata la somiglianza tra l' albero e l' utero femminile.


La seconda prova: L' Uomo glabro e pallido
L'uomo pallido e senza un pelo presente nella scena più terrorizzante del film, è una creatura flaccida seduta di fronte a un tavolo imbandito a festa. Guardandosi intorno, Ofelia vede pile di scarpe e raffigurazioni dell'Uomo Pallido alimentarsi con dei bambini che ancora una volta, ricorda la raffigurazione di Crono di Goya. L'uomo pallido, è una rappresentazione macabra delle potenze oppressive del mondo di Ofelia: il Capitano Vidal, spagnolo fascista e la Chiesa cattolica. Per confermare questo confronto, è presente in parallelo una scena in cui Vidal è a cena con i suoi ospiti, tra cui un sacerdote cattolico, e nessuno osa mettere in discussione le motivazioni crudelidel capitano.
Ofelia riesce a recuperare il pugnale richiesto nella prova (altro archetipo legato alla coscienza) ma sulla sua via d'uscita, non può resistere alla tentazione di mangiare una grande e succoso chicco d' uva, simboleggiante la ricchezza personale accumulata da Crono. Questo si sveglia, pone immediatamente gli occhi sul palmo delle sue mani e inizia a inseguire Ofelia che riesce a scappare ma a quale costo?


Gli occhi sulle mani stanno a significare che può vedere solo ciò che è palpabile.


La terza prova: Il sacrificio
Il fauno è furioso con Ofelia per aver ceduto alle tentazioni del mondo materiale e messo in discussione la sua possibilità di diventare un vero immortale. L' abbandona quindi alla freddezza del suo mondo reale, dove Ofelia è testimone di guerre, tormento e tristezza. Poco dopo la morte della madre di Ofelia però, il fauno riappare, con grande gioia della ragazza; le permetterà di completare l' iniziazione ma esigerà la massima obbedienza. Per il suo ultimo compito, il Fauno chiede a Ofelia di portare suo fratello appena nato al labirinto, di notte durante la luna piena, il momento ideale per completare una trasformazione spirituale nell' occultismo. Ofelia quindi sottrae il bambino al capitano Vidal drogandolo e scappa verso il labirinto, dove il fauno l' aspetta, quest ' ultimo chiede alla bambina di dargli il bebè, così da poterlo pungere con il pugnale e ottenere una goccia del suo sangue. Ofelia si rifiuta, il fauno perde la pazienza e le ricorda che lui richiede la piena obbedienza, ma la protagonista si rifiuta ancora. A questo punto, il capitano Vidal trova Ofelia che nel suo punto di vista, sta parlando a se stessa (siccome lui non può vedere il fauno). Prende il bambino da lei e le spara. Le gocce di sangue di Ofelia cadono nel labirinto, in questo modo realizza il compito definitivo e  necessario per la sua iniziazione: il sacrificio di sé.


Ofelia muore sacrificandosi. (Vi avevo avvisato di guardare il film prima di continuare a leggere, spero di non aver rovinato il finale a nessuno)


L' Iniziazione
L' intero palazzo dell' iniziazione reca la forma di una "vescica piscis", un simbolo occulto antico che rappresenta la vulva, l'ingresso al grembo materno e la porta d' ingresso di un altro mondo. In piedi su tre pilastri, il padre, la madre e di li a poco la prossima principessa completerà la trinità. Il fauno fa grandi complimenti ad Ofelia, dicendole che ha fatto bene ad andare contro i suoi ordini sacrificando la sua vita per proteggere il fratello innocente. Infatti, una forte volontà, sacrificio e rinascita sono necessari per il  completamento di una iniziazione ai misteri occulti.
Ofelia è poi mostrata ancora una volta sul pavimento insanguinato, facendo chiedere agli spettatori se tutto questo in realtà succeda o sia solo nella fantasia della ragazza.


Ofelia si riunisce con suo “padre” e sua “madre”.


In conclusione, “Il Labirinto del fauno” descrive la storia di una bambina incapace di affrontare la durezza del mondo fisico, dove la disumanizzazione e la repressione schiacciano via la sua Anima innocente e giocosa. E 'stato dimostrato che i bambini spesso rispondono psicologicamente ad una realtà insopportabile  dissociandosi in un mondo fantastico, dove la magia, l' avventura e la meraviglia si trovano facilmente, è anche vero che questo è il campo governato dal nostro corpo animico, quello da risvegliare.
Chiari esempi del mondo magico al di fuori della bambina è ad esempio la pianta mistica proposta dal fauno, la mandragora, capace di guarire la madre di Ofelia dai suoi mali.


La bambina con la mandragora, la "pianta che voleva essere un uomo". La sua presenza nel film ci ricorda che non tutta la magia appartiene alle favole e che la conoscenza occulta può avere reali applicazioni nella vita reale.


La radice della pianta assomiglia molto a un corpo umano e spesso portava i contorni di testa umana, braccia e gambe. Questa sorprendente somiglianza tra il corpo dell' uomo e la mandragora è uno degli enigmi della scienza naturale, l' occultista Madame Blavatsky rivela che la pianta sembra occupare in terra il punto in cui i regni vegetale e animale si incontrano. Questo punto di vista ha aperto un vasto campo di speculazione sulla natura di questa pianta di origine animale.


Il finale del film lascia aperti diversi scenari: o Ofelia ha creato una fiaba nella sua testa per sfuggire alla vita reale e in definitiva ha commesso una forma di suicidio o lei è semplicemente una risvegliata che ha visto ciò che le masse legate al mondo materiale non possono vedere ed infine con il suo sacrificio, ha completato la sua presa di coscienza, diventando o ritrovandosi un vero immortale (mi ricorda la storia di qualcuno vecchio 2000 anni).
La storia però non è così semplice ed è presente un' ultima inversione del paradigma di tutta la fiaba: la trasformazione di Ofelia avviene nell'ombra e nel buio mentre l'illuminazione, come dice il nome è associata con la luce, l'iniziazione di Ofelia accade nel sottosuolo, mentre la trasformazione spirituale è di solito  associata con "i cieli", con l' alto; lo stesso iniziatore, Pan, è una divinità nota per ubriacarsi nei boschi e amoreggiare con le ninfee, mentre l'illuminazione è basata sulla padronanza dei propri impulsi bassi. Il  cammino iniziatico di Ofelia le ha richiesto di strisciare nel fango, essere inseguiti da un uomo pallido e infine sacrificare la sua vita, mentre il percorso abituale per l' illuminazione è basato sulla padronanza di sè e delle proprie virtù incorrotte, un cammino personale che porta a riunire Anima, Spirito, Mente e Corpo in una cosa sola, dove l' Anima ritrovata si slega da ogni giogo esterno per dedicarsi alle proprie esperienze. Quindi qual è il vero destino di Ofelia? Ha mantenuta libera la sua Anima dopo quello che ha vissuto o l' ha  inconsapevolmente sacrificata ad entità occulte legate alle sfere "inferiori"?
Gli indizi per la risposta possono essere trovati solo da chi ha occhi per vedere, tutti e tre.